Immatricolare un'auto importata

KOOSA GARAGE

Immatricolare un’auto proveniente dal Giappone può sembrare complicato e, a detta di alcuni, pressochè impossibile. Tuttavia, essendo nel settore da numerosi anni e avendo maturato esperienza in termini di immatricolazioni da paesi esteri, possiamo confermare che non solo è possibile, ma è meno complicato di quanto si possa immaginare anche se, ovviamente, ci sono dei limiti da rispettare ed alcuni accorgimenti da osservare al fine di non incorrere in problemi con le leggi vigenti.

Attualmente, secondo le normative che regolamentano le immatricolazioni di veicoli provenienti dall’estero, non è possibile immatricolare in Italia veicoli di provenienza Extra CE, nemmeno se muniti di Omologazione Europea. Esiste però una deroga per i veicoli di interesse storico e collezionistico. Da questo risulta chiaro che è possibile immatricolare da paesi extra europei solo autovetture con 20 o più anni, che rispondano ai requisiti per l’iscrizione al Registro Storico.
Partendo dal presupposto che il veicolo sia già stato sdoganato e non vi siano pendenze dal punto di vista fiscale, il primo passo per procedere all’immatricolazione è proprio l’iscrizione al Registro Storico al fine di ottenere il CRS (Certificato di Rilevanza Storica). È indifferente da che ente venga rilasciato, purché sia uno di quelli riconosciuti dalla Motorizzazione Civile.
Una volta ottenuto questo documento si può procedere alla presentazione in motorizzazione. Sarà necessario fornire anche la bolla doganale e il Certificate of Export giapponese. Per questo passaggio è consigliabile rivolgersi ad un’agenzia di pratiche auto, la quale conoscerà la modulistica richiesta dalla motorizzazione alla quale ci si sta rivolgendo, che in genere varia leggermente da un ufficio all’altro.
Dopo aver inoltrato la pratica e atteso l’opportuna verifica della documentazione, verrà richiesto di presentare il veicolo per la prova tecnica. Questo passaggio consiste in una procedura molto simile alla normale revisione che si svolge nei centri privati. Tuttavia, oltre ai soliti test volti a verificare lo stato del veicolo e la relativa sicurezza su strada, l’auto sarà sottoposta a controlli per verificare che risponda alle normative europee. Questo perché i modelli giapponesi potrebbero non rispondere alle nostre direttive per quanto riguarda alcuni dispositivi di sicurezza.
In genere, la maggior parte delle auto JDM necessita di sostituzione di cinture di sicurezza e fanaleria. Per verificare se questi componenti sono idonei o meno alla circolazione europea è sufficiente che riportino l’omologa CE, facilmente riconoscibile da una lettera “E” seguita da un numero. Sulle cinture é riportata sull’etichetta cucita su di esse, mentre sui fanali è in genere stampata sulle plastiche. Una volta adeguato il veicolo, si potrà andare al collaudo: se l’esito della prova sarà positivo verranno emessi targa e libretto nel giro di pochi giorni.
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